Quello che rimane del futuro è ormai poco per i due ottantenni che si incontrano in un lussuoso albergo svizzero e trascorrono lentamente il loro periodo di villeggiatura ravvivato solamente dalle vicende familiari (i rispettivi figli sono marito e moglie e proprio in quei giorni si separano).
Interessante il personaggio di Leda, che rivolge al padre Fred un lungo sfogo sul suo comportamento di marito fedifrago e genitore indifferente.
Nel film c’è la giovinezza di Miss Mondo, visione celestiale in un contesto di staticità e malinconia che Sorrentino ama rappresentare nei suoi film ricchi di citazioni felliniane (come la bellissima scena delle decine di attrici che Mick lanciò come regista e che ora gli appaiono come figure ripetitive e prive d’anima).
Youth è la perfezione estetica meno toccante e sorprendente de “La Grande Bellezza” in cui appariva più evidente la decadenza di una vita borghese intrisa di meschinità e tristezza.
In questo c’è il genio di Sorrentino che coglie come pochi sanno fare la struggente bellezza di un luogo, una musica, un corpo femminile (in questo caso messo anche in primo piano nella locandina del film) dandone una lettura personalissima.
Anche se il film per molti risulta un esercizio di stile un po’ autocelebrativo, è indubbiamente un ottimo esempio di grande cinema italiano.
- Titolo: Youth – La giovinezza
- Genere: drammatico
- Anno: 2015
- Regia: Paolo Sorrentino
- Interpreti: Michael Cane, Harvey Keitel, Rachel Weisz, Jane Fonda