Perché la Pelle Invecchia?

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Trovare un rimedio all’invecchiamento cutaneo, un mezzo che consenta, anche ad età avanzata, di mantenere la pelle in uno “stato accettabile”, ovvero, riuscire ad attenuare gli effetti che il trascorrere del tempo le crea, è ciò che da tempo molti studiosi e ricercatori perseguono.

Tutti nasciamo con una pelle virtualmente perfetta: luminosa, elastica, liscia, morbida. Ma più trascorrono gli anni, meno evidenti diventano queste caratteristiche, fino a scomparire del tutto in età avanzata.

Che cosa è responsabile di questo cambiamento? Che cosa porta alla metamorfosi della cute liscia e morbida di un bambino, nelle rughe e nelle grinze degli adulti? Per trovare, quindi, una “cura” che sia capace di ridurre tali conseguenze è fondamentale capire “perché la pelle invecchia”.

I dermatologi distinguono l’invecchiamento cutaneo in due tipi, intrinseco (aging) ed estrinseco o fotoindotto (photoaging).
L’aging è quel fenomeno legato all’inesorabile scorrere del tempo, che si può notare negli adulti, nelle zone corporee di norma ben protette e coperte, ma, ovviamente, ha effetto su tutta la pelle.

I cambiamenti che si manifestano consistono nella graduale riduzione: del “turnover epidermico”, della capacità delle ferite cutanee di sanarsi, della reattività vasale, della capacità di rimuovere sostanze chimiche dal derma, della capacità termoregolatrice, della sintesi di vitamina D, della produzione di sebo.

Il photoaging è quel processo che si verifica nelle aree di sovente esposte all’azione dei fattori ambientali, della luce solare e delle radiazioni ultraviolette artificiali. È simile a un invecchiamento intrinseco accentuato, ma ne differisce poiché la pelle, in queste zone, si presenta più ruvida, più secca, denutrita, giallastra, pigmentata in maniera irregolare, con rugosità profonde.
Naturalmente possiamo affermare che il photoaging si aggiunge all’aging, in queste determinate aree.

Il più grande responsabile del photoaging è, senza ombra di dubbio, la luce solare. Ogni adulto è in grado di constatare quanto sia diversa la pelle da anni esposta alle radiazioni solari (viso, braccia, collo, gambe), da quella abitualmente salvaguardata dagli indumenti.

Nell’aging tutto sembra rallentare, mentre nel photoaging si nota un aumento dell’attività molecolare e la pelle sembra sempre in stato infiammatorio, cosa che, alla fine, porta alla sua totale distruzione.

PELLE DUETante sono le teorie che tentano di dare una spiegazione alle cause e agli effetti dell’invecchiamento, ma la più accreditata è sicuramente quella che, negli anni ’50, formulò il professor Denham Harman, su ciò che comporta l’azione dei “radicali liberi”.

I radicali liberi sono molecole di ossigeno che, nell’interazione con altre molecole, hanno perso un elettrone e che per riequlibrarsi vanno a sottrarre un elettrone ad altre molecole, creando, in tal modo, altri radicali liberi e intaccando i componenti cellulari. È comprensibile, quindi, quanto sia pericolosa la loro azione, anche se è importante sottolineare la loro naturalezza, poiché si formano in conseguenza dei normali processi metabolici che quotidianamente avvengono nel nostro organismo.

La vittima preferita degli attacchi dei radicali liberi è una proteina, il collagene, che dona elasticità e compattezza alla pelle (tipiche della giovane età). Visto che detta proteina rimane per anni nella cute, i radicali liberi la prendono costantemente di mira, ne fanno strage e danno vita a una reazione chimica (crosslinking), il cui effetto è quello di far invecchiare la pelle.

Purtroppo, la produzione di radicali liberi è influenzata anche da fattori esterni, quali gli agenti atmosferici, il fumo e, naturalmente, la luce solare. Fa paura pensare agli effetti che hanno sulla pelle le radiazioni solari. Quando, infatti, ci esponiamo alla luce del sole, automaticamente si formano radicali liberi, i quali mettono in funzione i cosiddetti “fattori di trascrizione”, messaggeri chimici, che hanno il compito di migrare verso il nucleo della cellula e attivare il DNA alla produzione di diverse sostanze chimiche.

Normalmente, i fattori di trascrizione recapitano messaggi corretti, ma se sottoposti a un superlavoro possono trasmettere informazioni errate. Nel caso del fattore di trascrizione “NF-kB” (Nuclear Factor Kappa B), questo spinge il DNA alla produzione di sostanze pro-infiammatorie che hanno come effetto l’invecchiamento cutaneo.

Una di queste sostanze chimiche è l’AP-1, la quale attiva la produzione di enzimi che vanno a danneggiare il collagene, creando micro-imperfezioni sulla pelle che, a loro volta, fanno da precursori alla “formazione di una ruga”. Questo processo viene definito microscarring.

In realtà, non tutti i radicali liberi sono dannosi, la natura e l’evoluzione del nostro organismo non ha di certo eliminato queste molecole; anche loro hanno un ruolo biologico importante, esse svolgono funzioni fondamentali nell’organismo quando controllate.

Quando parliamo di nemico numero uno, intendiamo riferirci al processo di invecchiamento, lì dove i radicali liberi sono fuori controllo e generano uno stress ossidativo (una delle concause di numerose patologie degenerative), e questo avviene sempre più spesso con l’avanzare dell’età.

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Pubblicato da Delta X

Mi piace scrivere praticamente da quando ero bambina, ho tanti interessi che però non includono i Social, al virtuale preferisco il reale.

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