I Sassi di Matera

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Matera è una delle città più antiche d’Italia e forse anche del mondo. Tante sono le cose interessanti da visitare in questa bella cittadina della Basilicata e mi scuserete se alcune non saranno da me citate ma questo articolo non vuole essere una dettagliata guida turistica bensì uno spunto, per voi lettori, che spero possa stuzzicare la vostra curiosità verso questa meta.

L’insediamento di Matera è diviso tra la città moderna, la Civita, difesa dalle mura e da uno sperone roccioso, e il complesso abitativo rupestre dei Sassi. Abitate probabilmente fin dal periodo neolitico, le grotte, scavate nel tufo, una rocca tenera e facilmente modellabile, erano poste su diversi livelli digradanti. Nei secoli gli abitanti ampliarono le case e ne costruirono di nuove anche in muratura, collegandole con lunghe scale.  I Sassi di Matera sono il simbolo di una civiltà mediterranea che si è adattata al territorio e al suo ecosistema.

L’itinerario che vi vorrei proporre parte dal Sasso Barisano (così chiamato perché situato in direzione di Bari), al quale si accede dall’arco di Sant’Antonio: è l’area meglio conservata, costituita da un avvallamento a forma di imbuto, lungo le cui pareti si trovano le entrate delle case-grotte.

Duomo e il Sasso Barisano
Duomo e il Sasso Barisano

L’ampia balconata del Monastero di Sant’Agostino si affaccia spettacolarmente sulla gravina di Matera, il profondo burrone, inciso nei millenni dell’azione erosiva dell’acqua nel suolo calcareo.

Sant'Agostino - Matera
Sant’Agostino sulla sinistra e la gravina

San Pietro Barisano è una chiesa rupestre con una facciata del XVII secolo, sovrapposta a un’antichissima chiesa sotterranea.

Via Fiorentini, ai piedi della Civita, presenta diverse case a corte su piani e palazzetti del XVII e XVII secoli.

Il complesso monastico di Madonna delle Virtù e San Nicola dei Greci risale al X secolo ed è uno dei più importanti monumenti di Matera per antichità e valore artistico.

La chiesa della Madonna delle Virtù, scavata nella roccia e recentemente restaurata, è costruita a tre navate su quattro pilastri; una Crocefissione del XVII secolo è collocata nell’abside. La chiesa è visitabile da giugno a ottobre, quando si tiene l’annuale Mostra Interazionale di Scultura. Al di sopra venne costruita la chiesa di San Nicola dei Greci, importante per i suoi affreschi. Non lontano ci sono interessanti strutture di servizio, come la vasca di decantazione delle acque, collegata al pozzo, e i sili a campana usati come magazzini.

Il quartiere di Sasso Caveoso ha subito maggiormente il processo di erosione e le grotte sono spalancate sulle pareti della gravina.

La chiesa di San Pietro Caveoso è l’unica dei Sassi non scavata nella roccia: fu costruita nel XVII secolo e recentemente è stata riaperta al culto.

Chiesa di San Pietro Caveoso
Chiesa di San Pietro Caveoso

I restauri della chiesa di Santa Lucia alle Malve hanno portato alla luce molti affreschi; ha tre navate, di cui due erano state trasformate in abitazioni. Dietro la chiesa si può visitare il Vicinato delle Malve: si tratta di una serie di abitazioni composte da un solo locale, scavate nel tufo, con l’ingresso su una corte comune dotata di un pozzo.

Anche il Convicinio di Sant’Antonio è formato da quattro chiese rupestri affacciate su un cortile comune.

Su un grosso masso, il Monterrone, si erge la chiesa di Santa Maria de Idris, una delle più importanti della zona. Per metà scavata nella roccia e per metà ricostruita dopo il crollo della volta nel Cinquecento, è collegata da un corridoio affrescato alla chiesa di San Giovanni in Monterrone, in origine utilizzata come battistero.

 Interno della chiesa Santa Maria de Idris
Interno della chiesa Santa Maria de Idris

L’alto numero di chiese rupestri e monasteri è spiegato dal fatto che, tra l’VIII e il XIII secolo, alcune comunità di monaci perseguitati si rifugiarono a Matera e qui scavarono nella roccia conventi e luoghi di culto.

Dopo l’anno Mille, con la ripresa delle attività agricole che per molto tempo erano state abbandonate, cominciarono a insediarsi nei Sassi anche gruppi di contadini che lavoravano nei campi vicini. Intorno al Quattrocento i monaci se ne andarono e i contadini occuparono tutti gli spazi dei Sassi.

Dopo gli anni di abbandono del secondo dopoguerra, i Sassi sono tornati a essere un quartiere vivo: gruppi di giovani, insieme a pochi antichi abitanti rimasti, si occupano di case e vicinati, usandoli come spazio sociale. Inoltre diverse grotte sono diventate laboratori attivi per artisti e artigiani che proseguono le attività tradizionali; i Sassi e le chiesette sono spesso utilizzati come scenario naturale di mostre d’arte.

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Pubblicato da Elena Blogger

Adoro leggere libri e scrivere, tengo un diario da quando ero ragazzina in cui annoto ogni episodio significativo che caratterizza le mie giornate. La mia altra grande passione sono i film di ogni genere.

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