Tante sono le chiacchierate che i due ragazzi intrattengono e nulla può distoglierli dal discutere di religione, poesia, teatro e arte.
Un giorno Hans invita Konradin, a casa sua, ha così il piacere di conoscere i suoi genitori , di scambiare piacevoli parole con il padre di Hans, tanto fiero di aver combattuto in favore della Germania e sua madre donna estremamente cara e affettuosa.
Nella stanza di Hans si nota subito l’attaccamento del ragazzo alla patria, le sue passioni per le monete greche, e ovviamente la sua religione, l’ebraismo.
Le visite a casa di Hans diventano sempre più frequenti, con cadenza settimanale, ma non avviene il contrario, Konradin non invita mai a casa propria Hans e ciò infastidisce il ragazzo.
Finalmente il giorno è arrivato, e Konradin mostra ad Hans la propria cameretta, le due non sono tanto diverse, a parte le dimensioni (Konradin è un nobile e quindi abita in un palazzo). Nel tragitto per entrare in camera Hans però nota foto di alcuni grandi di Germania e del resto del mondo. Insieme alla foto di un ufficiale che sembra ritrarre Adolf Hitler.
Hans nota anche che i genitori di Konradin non sono presenti in casa, questo particolare però viene notato non solo la prima volta che passa il pomeriggio a casa sua ma più volte, fino a fargli venire il dubbio che Konradin lo inviti a casa solo quando i suoi genitori non sono presenti. Il pensiero di non poter incontrare i genitori dell’amico non lo lascia dormire e gli porta diversi turbamenti.
Hans dopo giorni di esitazione decide di chiedere spiegazioni e finalmente scopre la verità: la madre di Konradin aderisce completamente all’ideologia di Hitler e alla superiorità della razza ariana su quella ebrea. Cosa che Konradin confessa all’amico di condividere.
Questo per Hans è un duro colpo, ma da quel momento a breve è prevista la sua partenza per l’America. La guerra è vicina e la Germania non è più un paese sicuro. I genitori di Hans però decidono di rimanere in Germania e lottare per la loro libertà.
Purtroppo ciò non durerà a lungo, il padre del ragazzo infatti deciderà che è meglio morire per mano propria e una notte, aprendo il gas, lui e la moglie lasciano il figlio, già al sicuro oltre oceano.
Passano gli anni, e ormai Hans in America si è fatto una nuova vita, studi, lavoro e famiglia.
Un giorno però con l’arrivo di una lettera per contribuire alla costruzione di un monumento in onore dei caduti, scopre che tutto è andato distrutto, il suo vecchio liceo ed anche la casa di Konradin. Insieme a questa richiesta vi era anche un opuscolo dove venivano riportarti i nomi di chi è morto in favore degli ebrei e fra questi nomi, Hans scorge quello del vecchio amico di gioventù Konradin.
Ho voluto raccontare per intero questo libro, per interpretare al meglio il titolo del libro: “L’amico ritrovato”. Ritrovato perché dopo averlo perso a causa della guerra e del motivo che l’ha fatta scoppiare,
Konradin si è battuto in favore degli ebrei, e così facendo ha resistito ad Hitler in favore del suo grande amico Hans.
Una momento storico difficile dell’ umanità, trattato con estrema delicatezza dall’autore.
Chissà quanti rapporti così stretti e intensi si sono spezzati per sempre a causa dell’ odio e della malvagità che in quei anni l’ umanità intera è stata in grado di provare.
Il libro, invece, inizialmente mi aveva un po’ annoiata, sembrava che non avanzasse mai, un po’ statico insomma, ma superate le prime pagine, la lettura è stata piacevole interessante ed infine anche commovente!
Se vi capita fra le mani questo libro e non l’avete mai letto, fatelo davvero! 😉