Oasi di Sant’Alessio (PV)

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L’Oasi di Sant’Alessio è un’area naturale protetta situata a Sant’Alessio con Vialone in provincia di Pavia. L’ingresso è situato nel centro del paese, di fronte alla chiesa parrocchiale, e corrisponde all’accesso del Castello di Sant’Alessio.

Definita da Federico Zeri “una delizia Estense trapiantata nel XX secolo”, l’Oasi di Sant’Alessio è un luogo in cui paiono rinascere i sogni di certe corti medievali: intorno a un castello fra i più severi e antichi d’Europa, poco modificato dal X secolo, è stata ricostruita, nei dieci ettari di parco, una selva popolata di animali selvaggi, dove si possono ammirare i volatili più straordinari della pianura Padana, indotti a trasferirsi in questo ambiente tutelato grazie all’impegno e al lavoro di alcuni esperti.

Oasi di Sant'Alessio
Oasi di Sant’Alessio: il fenicottero


Per gli ambienti naturali, popolati da animali selvatici, spontanei o immessi dall’uomo (cicogna, cavaliere d’Italia, mignattaio, picchio, gru europea e così via), è stato invertito il concetto di parco faunistico: è statp creato un reticolo di strutture in cui è il visitatore, ingabbiato e nascosto, ad avvicinarsi e poter spiare la natura selvaggia.

Negli anni, è stato messo a punto un modello di giardino che unisce i paesaggi selvatici creati in America da Wolfgang Oehme e James van Sweden, alla “gabbia senza sbarre” di Tony Soper, aggiungendo a quest’ultima qualche marchingegno basato sulla conoscenza dei comportamenti animali. Si tratta di un giardino che consente a chi ama la natura di entrare in contatto ravvicinato con alcuni dei suoi fenomeni più segreti,
senza sottoporsi ad addestramenti particolari e ad estenuanti attese, e senza possedere attrezzature e conoscenze che sono prerogativa di pochi professionisti. Fra l’altro, senza infastidire popolazioni di animali selvatici.

cicogne
Oasi di Sant’Alessio: le cicogne

Una combinazione inedita e forse unica di natura e tecnologia, consente di osservare, non visti, gli spettacoli più straordinari e i comportamenti più rari degli animali: uno schermo a specchio consente di avvicinarsi a pochi centimetri dai martin pescatori; un tunnel subacqueo porta il visitatore nel cuore di un sistema di stagni in cui si può osservare lo svasso, la pesciaiola, il cormorano, il tuffètto; telecamere, installate fin
dentro i nidi degli uccelli selvatici, ci permettono di vederli nell’allevamento della prole; un grande stagno di acqua cristallina è popolato da lucci giganti, in perenne agguato e in attesa delle loro prede.

A Sant’Alessio viene svolta anche un’attività di ripopolamento, con successiva immissione in natura, di specie particolari quali i falchi pellegrini, i cavalieri d’Italia, le avocette, i fenicotteri, le cicogne, le spatole, i mignattai e molte altre specie ancora.

Nascoste al centro dell’Oasi, una foresta pluviale di 2.500 metri quadrati e 1.000 metri quadrati di serre costituiscono un piccolo paradiso tropicale in cui vivono ibis scarlatti, colibrì, bradipi, tucani, galletti di roccia, uccelli del paradiso e le farfalle più belle dei tropici.

Oasi di Sant'Alessio
Oasi di Sant’Alessio: il colibrì

A Sant’Alessio possiamo trovare, ancora, uno dei più completi acquari d’Italia, la grande vasca dell’Amazzonia e quella dell’ambiente delle mangrovie, dove i pesci arcieri abbattono gli insetti in volo con un getto d’acqua che può arrivare a oltre un metro di distanza.

Nel giardino delle farfalle, attivo da giugno a settembre, possono inoltre essere osservate le più belle specie nostrane.

Ancora, mescolati agli aironi e a migliaia di altri uccelli selvatici, si possono osservare numerosi esemplari di cicogne, mignattai e ibis eremita che, reintrodotti in natura negli anni scorsi, ora vivono e si riproducono in piena libertà: tutte le coppie di cicogne che popolano la Lombardia meridionale e il Piemonte sudorientale discendono dagli esemplari liberati a Sant’Alessio, fin dalla fine degli anni Settanta, quando altri programmi di reintroduzione di questa specie non erano stati ancora ipotizzati.

Un altro aspetto era stata la ricostruzione dell’ambiente dell’Oasi. Essa era, in origine, un grande campo per l’agricoltura industriale, privo di alberi e di acque e solcato da una maleodorante fognatura a cielo aperto. Vi operarono per anni, scavando stagni e ruscelli, piantando boschi, creando paludi e prati. Migliaia di coppie di uccelli selvatici scelgono, ogni primavera, di nidificare nell’Oasi.

Oasi di Sant'Alessio
Oasi di Sant’Alessio: il caimano

Ancora oggi, tutti gli anni, una specie nuova, o più di una, si aggiunge alla lista; anche se forse non sarà facile provare di nuovo l’emozione di assistere alla prima nidificazione coloniale di aironi, nel 1992, con 130 nidi, oggi giunta a superare i trecento (e anche cinquecento negli anni umidi).

In tarda primavera, quando in meno di mezzo ettaro si possono ammirare forse duemila aironi, intenti alle loro faccende, la mente corre ai grandi spettacoli naturali delle paludi d’Africa.

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Oasi di Sant’Alessio: Ocelot

L’ambiente naturale, in origine destinato agli animali, sta ora diventando un vero giardino botanico e ospita, fra l’altro, collezioni fra le più vaste di generi tropicali e tutte le piante alimentari e da frutto esotiche: le collezioni botaniche si stanno lentamente trasformando in rappresentazione vivente della domesticazione delle piante da parte dell’uomo.

Come Arrivare:

In Auto:

  • Da Milano: Via Ripamonti seguire per Pavia, dopo Lardirago a sinistra per S. Alessio.
  • Dalla tangenziale Ovest di Milano: uscita Pavia Val Tidone, proseguire per Pavia, dopo Lardirago a sinistra per S. Alessio.

Mezzi pubblici:

  • Dalla stazione di Pavia pullman SILA.

Per maggiori informazioni potete visitare il Sito dell’Oasi di Sant’Alessio.

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Pubblicato da Signorina Bloggy

Blogger Le mie passioni principali sono viaggiare, leggere libri e guardare film, la cosmesi, le fiere e tanto altro ancora.

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