Dalle Cascate dell’Acquafraggia a Palazzo Vertemate

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Oggi vi propongo una gita più che un’escursione, che però include sia la parte all’aperto in mezzo alla natura che quella culturale.

  • Itinerario: Borgonuovo di Piuro – S. Abbondio – Cranna – Cortinaccio
  • Dislivello: trascurabile, solo qualche saliscendi (circa 150 m)
  • Tempo totale di cammino: 2 ore di cammino più la visita guidata
  • Come arrivare da Milano: in auto, superstrada Milano-Lecco-Colico, poi direzione Chiavenna e di qui direzione St. Moritz. Borgonuovo di Piuro si trova a pochissimi km da Chiavenna
  • Cartina: Kompass 92
  • Per maggiori informazioni su Palazzo Vertemate potete consultare il suo sito.

La proposta odierna combina una breve, gradevole passeggiata per boschi e antichi villaggi non lontani da Chiavenna e la visita di Palazzo Vertemate, straordinario e raffinato esempio di dimora signorile in ambito alpino.

Si parte da Borgonuovo di Piuro (a pochi km da Chiavenna), dove si lascia l’auto al parcheggio del parco nei pressi delle cascate dell’Acquafraggia.

Il toponimo “borgonuovo” rimanda al lontano 1618 quando una catastrofica frana spazzò via la fiorente cittadina di Piuro, provocando la morte dei suoi mille abitanti. La bellezza delle cascate dell’Acquafraggia colpisce chiunque si trovi a passare dalla Valchiavenna: col loro fragoroso doppio salto sulla scura roccia imprimono una suggestione speciale a quest’angolo meraviglioso della valle, ammirata anche dal grande Leonardo. Avvicinandosi alla base delle cascate si può apprezzarne tutta la potenza; se poi si voleste osservarle da più angolazioni potreste percorrere il sentiero panoramico (2 ore; imbocco presso la mulattiera che sale a Savogno).

In questo itinerario odierno si opta invece per un giro più modesto, che passando per i vecchi borghi di S. Abbondio e Cranna, ci conduce alla località Cortinaccio dove si trova Palazzo Vertemate.

Dunque, dal parcheggio prendete la strada che porta alla Chiesa di S. Abbondio dove si trova anche il Museo di Piuro. Proseguite salendo le gradinate che intersecano le caratteristiche antiche viuzze. La mulattiera prosegue oltre il paese andando a incrociare la stradina in più punti. Si raggiunge il ponte sul torrente Valle Drana (558 m) e si prosegue in leggera salita sino alle case del nucleo di Cranna. Di qui si può avere una bella inquadratura di Palazzo Vertemate: attraversate il paese e seguite la strada sino all’ingresso del Palazzo a Cortinaccio.

La visita guidata, che dura circa 1 ora, permette non solo di ammirare un’opera di squisita raffinatezza ma anche di cogliere alcuni tratti peculiari della storia della Valchiavenna. Dimora di rappresentanza di una agiata famiglia di commercianti del XVI secolo (i fratelli Guglielmo e Luigi Vertemate Franchi) testimonia anche la solidità dell’economia del tempo, in una valle che è sempre stata incrocio di scambi commerciali e culturali da e verso il Nord Europa (tramite il passo dello Spluga, il Settimo e per ultimo il Maloja), dunque una valle ricca e aperta agli influssi culturali e artistici internazionali.
Se Palazzo Vertemate si salvò dalla rovinosa frana del 1618 fu grazie alla sua fortunata posizione, alta sulla valle e panoramicissima.

Entrate nel micromondo di questa raffinata dimora: con i suoi orti, il vigneto, la chiesetta, il castagneto, le stalle, le case dei dipendenti costituiva un luogo quasi autosufficiente per la piccola comunità che vi gravitava intorno.

Una realtà autonoma dunque e notevole per le sue dimensioni in un contesto di montagna. All’esterno potete ammirare i bei giardini fioriti e la vigna, curatissima, da cui di ricava un vino di pregio: da notare l’alto muro che la circonda e che, assorbendo calore, ha la funzione di favorire la maturazione; ingegnosi anche i parapetti in pietra, con basi semicircolari, su cui si mettevano i vasi con piante di agrumi per mantenerli più caldi durante la stagione invernale; Chiavenna, tra l’altro, ha un microclima mite: mediamente le temperature d’inverno sono di 8 gradi superiori rispetto a Sondrio nella vicina Valtellina.

Caratteristica dell’aspetto esteriore del palazzo, come del resto di molti palazzi di Chiavenna, è l’estrema semplicità in netto contrasto con la ricchezza di decorazioni all’interno. Il portone d’ingresso è sormontato dallo stemma con l’aquila imperiale: all’interno si apre un ambiente di colori, affreschi raffinati, decorazioni sorprendenti dei soffitti, cura estrema di tutti i particolari.

Al piano terra ecco la sala di rappresentanza, magnificamente affrescata e ricca di dettagli che denotano l’attenzione con cui il progetto è stato realizzato: per esempio il disegno del dio Marte che sembra voltarsi allargando le braccia al cambio di prospettiva dell’osservatore. Passate nella stanza successiva, la Sala di Giunone, l’accogliente “Stube”, interamente rivestita da calde boiseries, dove troneggia una favolosa stufa di fabbricazione tedesca; particolare curioso: lo stanzino dello scrivano, deputato a registrare tutto il contenuto delle conversazioni e/o contrattazioni che vi si svolgevano.

Stufa nella Sala di Giunone

Proseguendo verso la stanza adiacente noterete sopra la porta l’elaborato e perfetto lavoro d’intaglio nel legno.

Al primo piano la galleria con ritratti di famiglia, tutti piuttosto seriosi, e la camera detta di Napoleone dove in realtà l’imperatore non soggiornò mai, pur avendo avuto un ruolo determinante nel sottrarre la Valchiavenna alla dipendenza dai Grigioni (la valle fu incorporata nella Repubblica Cisalpina nel 1797).

Il secondo piano è il piano nobile, ogni stanza ha una sua impronta particolare, con affreschi e soffitti intagliati di straordinaria maestria… camera arancio, camera blu, camera dei mestieri e camera del capofamiglia con le cariatidi: buffa quella che se ne sta seduta con espressione di paziente sopportazione. Interessante la stanza “del Carducci”, dai soffitti sobri ed eleganti, dove il poeta soggiornò in vari periodi estivi.

Sala delle Cariatidi

E infine una bella serie di dipinti di Strozzi, pittore genovese, specialmente un San Gerolamo con leone molto inquietante.
Questa descrizione è purtroppo assolutamente sommaria e ci vorrebbero pagine e pagine per descrivere esaurientemente tutti i particolari di questo ambiente straordinario, ma il bello è proprio di andarci di persona, senza sapere già tutto in anticipo.

Sala dello Zodiaco

Finita la visita riprendete la vostra passeggiata per ritornare al punto di partenza, alle cascate: uscendo dalla villa costeggiate il muro di cinta e all’angolo del muraglione imboccate il sentiero seguendo poi le indicazioni per il ‘percorso vita’: bella mulattiera fiancheggiata da forti muretti in pietra.

Si raggiunge piacevolmente il torrente Valle Drana e lo si attraversa proseguendo poi senza difficoltà per ritornare al parcheggio dove avete lasciato l’auto.

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Pubblicato da Delta X

Mi piace scrivere praticamente da quando ero bambina, ho tanti interessi che però non includono i Social, al virtuale preferisco il reale.

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