L’itinerario inizia a Saint-Malo, lungo la costa nord-orientale della regione affacciata sulla Manica. Siamo nell’Armor (paese del mare) e questa antica città-fortezza, situata alla foce del fiume Rance, è molto amata dai francesi. Si possono fare belle passeggiate lungo i remparts, cioè i bastioni che circondano l’intera città, da cui si ammirano i palazzi in pietra grigia con i caratteristici tetti a padiglione, le falesie più lontane e le spiagge di sabbia dorata disegnate dalle maree che arrivano a lambire le mura.
Per le vie di Saint-Malo numerosi ristoranti offrono il cibo forse più famoso della Bretagna, molluschi e crostacei cucinati in vario modo: dalle moules-frites (cozze con patatine fritte) al ben più raffinato plateau de fruits de mer (vassoio a più piani con ostriche, gamberi, scampi, cozze, cappesante, accompagnati da pane di segale, burro e salsine).
Sull’altra riva della Rance si trova Dinard, stazione balneare molto esclusiva, caratterizzata da estese spiagge punteggiate dalle tende a strisce bianche e azzurre erette per riparare dal vento i turisti. Meta di un turismo d’élite nel XIX secolo, la cittadina conserva eleganti ville d’epoca costruite negli stili più svariati e visibili percorrendo i sentieri che costeggiano il litorale.
La seconda tappa è un’indispensabile deviazione verso la Normandia. Si supera Cancale, cittadina nota per le estese ostricolture lungo la strada che costeggia il litorale: il suo nome – Côte d’Emeraude (Costa di Smeraldo) – è dovuto al colore delle acque marine che lambiscono le estesissime spiagge di sabbia fine.
A pochi chilometri da qui si trova una delle località turistiche più famose e frequentate della Francia, l’abbazia eretta sul Mont-Saint- Michel (e chiamata qui la merveille), proprio al confine tra Normandia e Bretagna. Storica meta di pellegrinaggi, il Mont-Saint-Michel merita una visita, da protrarre a sufficienza per poterlo ammirare sia con l’alta marea, sia con la bassa.
Tornando indietro, puntiamo su Ploumanach, un piccolo villaggio di pescatori dominato dal faro, che si raggiunge percorrendo la strada costiera: qui ci si può avventurare sul “sentiero dei doganieri”, antico percorso utilizzato dalle guardie nel tentativo di controllare i traffici illeciti dei contrabbandieri.
Nelle vicinanze si erge Cap Fréhel: sono ben 70 i km di sentieri da percorrere sulle scogliere all’interno di un bel parco naturale. Il litorale a settentrione prende il nome di Costa di Granito Rosa a causa del colore rosato delle rocce. Il vento e la pioggia hanno modellato nei secoli queste coste facendo assumere alle formazioni rocciose, interrotte da baie deserte di terra rossa, forme stravaganti.
Dirigendosi verso l’interno, nell’Argoat (“paese della terra”), a Pleyben inizia la serie degli enclos paroissiaux (“recinti parrocchiali”) bretoni, forma artistica peculiare della Bretagna. Si tratta di complessi, risalenti al XVI e XVII secolo, costituiti dalla chiesa e dal cimitero del villaggio, intorno ai quali, nel corso dei secoli, si aggiunsero vari monumenti: un arco di trionfo (che simboleggiava l’accesso all’immortalità delle persone buone e giuste), un ossario, una piccola piazza e un calvario (monumento sul quale erano scolpite scene religiose, usate dai sacerdoti come “illustrazioni” delle prediche tenute agli abitanti, generalmente analfabeti).
A Lampoul-Guimiliau e Saint-Thégonnec si trovano i due recinti più celebri, mentre il calvario di Guimiliau è popolato da circa 200 personaggi.
Dirigiamoci nuovamente verso la costa, ma molto più a sud, nella zona dove si trova il sito megalitico di Carnac. Prima di raggiungerlo, però, visitiamo la Côte Savauge, la costa occidentale, costantemente battuta dai forti venti atlantici: cespugli di erica e piccole piante grasse macchiano il terreno brullo, mentre sulle dune emergono ciuffi d’erba e arbusti spinosi. Da Concarneau un bellissimo itinerario pedonale porta a Pointe de Penmarch attraverso lingue rocciose, splendide insenature e baie riparate.
Carnac si trova a poca distanza dalla cittadina di Quiberon e ci si arriva seguendo le indicazioni per les alignements, cioè le lunghe file di gigantesche pietre (menhir) infisse nel terreno. L’allineamento più spettacolare è quello di Menec, costituito da 1099 menhir disposti su file per una lunghezza di circa un chilometro.
Proseguendo sulla strada in direzione di Auray, se ne incontrano altri. La zona offre altre sorprese archeologiche: nei pressi della cittadina di Locmariaquer si può visitare il Grand Menhir (Mener Hroec’h, in bretone) e, poco oltre, il dolmen Table des Marchands e il tumulo di Manè Er Hroech, chiamato “collina delle fate”.
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